Lapilli nr.29 - Dicembre 2011

sabato 19 gennaio 2008

COSI' E', SE VI PARE...



Aveva proprio ragione il nostro Pirandello quando con "Uno nessuno e centomila" sanciva definitivamente l'impossibilità di accedere a una verità univoca, o quando con "Così è, se vi pare" ammetteva con amarezza, attraverso situazioni e personaggi paradossali, che non esiste una realtà oggettiva cui ancorarci. La nostra epoca lo dimostra ogni giorno, privandoci di punti di riferimento e presentandoci personaggi pubblici e politici di ogni schieramento mentre si dimenano - avidi e goliardici, sorridenti e ammiccanti - nel teatrino della Cosa Pubblica, gestendo indisturbati il nostro denaro e le nostre vite... A quanto pare, ora è la volta di Cuffaro, il nostro amato Presidente, alla ribalta delle cronache perchè condannato a 5 anni di reclusione (si fa per dire) per favoreggiamento e violazione del segreto istruttorio nel processo sulle Talpe appena concluso. Un ennesimo grave colpo per l'immagine della Sicilia, in un momento in cui i nostri governanti, a livello sia locale che nazionale, non godono certo di grossi consensi di pubblico...
Ma il nostro Cuffaro che fa? Tranquilli! No panic! Lui, a sorpresa, si dichiara soddisfatto della sentenza. E non si dimette, proprio non ne ha intenzione, perciò tirate un sospiro di sollievo, cari elettori, non sarete abbandonati! Mica Cuffaro è uno che se ne lava le mani, ha preso un impegno coi suoi elettori e lo porterà a termine fino a fine mandato. Tutto chiaro? E' vero, aveva detto che si sarebbe dimesso se fosse stato condannato per favoreggiamento, ma non in questo caso! Perchè non è stata provato il reato di favoreggiamento "aggravato" alla mafia, bensì solo quello "generico". Certo, è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, ma questi sono dettagli. Non perdiamoci in chiacchiere dunque, il dovere lo chiama, "da domani mattina" - afferma il Presidente - "ricomincerò a lavorare per la Sicilia", e continua: "Sono molto confortato da questa sentenza". E allora, al lavoro Presidente! E complimenti!

6 commenti:

faustidio ha detto...

a tal proposito, Gianpiero, del gruppo Addiopizzo lancia la petizione
http://www.petitiononline.com/88888886/petition.html

Anonimo ha detto...

Pirandello ci manca! Eccome se ci manca!
Meno male che ci sono persone come Giuliana e tutti gli Amici che ancora ci credono e sono pronti a lottare spassionatamente per un ideale.
Per i giudizi su quanto sta accadendo nella nostra società malata lasciamo fare alla storia il suo corso. Ai posteri l'ardua sentenza!

Giuliana Papa ha detto...

ok ok, pare tu faccia parte dei disillusi dalla politica, eppure l'hai fatta in prima persona la politica, se non ricordo male, e sei pure figlio d'arte! Hai ereditato solo l'atteggiamento diplomatico e l'arte del compromesso?!? La politica non è forse "pensare agli altri", "mettersi al servizio della Cosa Pubblica", al di là di ogni schieramento politico? Cmq. non mi pare ci voglia un grande idealismo per esprimere un'opinione e/o rimanere disgustati da certi accadimenti, non credi? Lasciare ai posteri la sentenza mi sembra poco!Il problema è qui e ora, e la Sicilia sta facendo la solita figura di m..... agli occhi del mondo. Senza offesa! ;)

Nemo ha detto...

L'Italia ha sempre vissuto con l'eccezionale filosofia di 'ai posteri l'ardua sentenza'. Io so solo che le cose stanno peggiorando sempre più e sempre più velocemente.
Onestamente vorrei che a vederle migliorare sia già io, e non chi verrà dopo di me.
Pensate che chieda troppo?

alberto ha detto...

...una volta ci si vergognava semplicemente di un rinvio a giudizio, oggi le condanne vengono esibite come un vanto. Del resto con queste credenziali il caro Cuffaro può ambire al posto di Ministro della Giustizia resosi appena vacante...

Anonimo ha detto...

Roma, Gennaio 2009 – inaugurazione dell’anno giudiziario.

Oggi il neo Ministro della Giustizia del Gabinetto Berlusconi, Totò Cuffaro, ha tenuto il tradizionale discorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario al cospetto del CSM e delle varie associazioni della magistratura.
Il Ministro – ex Governatore della regione Sicilia – ha assunto il nuovo incarico a seguito delle ripetute insistenze del Vescovo di Roma che spronava il nuovo esecutivo ad attuare una decisa politica per la protezione delle famiglie.
E chi meglio di Cuffaro mostrava competenze specifiche maturate sul difficile terreno delle Famiglie Siciliane; da qui all’incarico per la direzione del Ministero il passo è stato breve.
Il Ministro ha tracciato le linee programmatiche del suo mandato:

- alleviare le sofferenze a cui sono inumanamente sottoposti presunti affiliati a non meglio identificate associazioni; queste Vittime del sistema giudiziario devono essere ricondotte ad una vita carceraria più consona ai dettami degli insegnamenti Cattolici. Un’apposita Commissione – con sede a Corleone - studierà i metodi di attuazione di un serio indulto che garantisca a tutti i detenuti l’accesso al sacramento del Perdono Cristiano.

- aderenti al Sacro Principo di tutela della Famiglia, i nuclei che avessero al loro interno entrambi i coniugi perseguitati dalla magistratura, non potranno essere sottoposti ad alcuna restrizione della libertà personale (incluse le intercettazioni telefoniche) fino al terzo grado di giudizio previsto dall’ordinamento Italiano. In caso di condanna, essi potranno ricorrere ad un qualsiasi Tribunale Internazionale di loro gradimento.

- il territorio campano sarà oggetto di legislazione speciale, con particolari deroghe al codice civile e penale, per meglio affrontare le contingenze che da tempo affliggono la terra del sole e del mare. In osservanza dei preziosi consigli del Vicario Di Dio in terra, il Gruppo di Lavoro di Ceppaloni –coordinato dalla Famiglia Mastella/Lonardo – metterà a punto le politiche giudiziarie per la pacifica e Cristiana risoluzione delle controversie.

Il Ministro ha concluso il proprio intervento tra gli scroscianti applausi dei Rappresentanti del Governo (gli inquisiti/condannati sedevano una fila dietro gli incensurati per non turbare la sensibilità di alcuni magistrati sovversivi) dichiarando che quella stessa notte il Parlamento avrebbe approvato i decreti necessari per l’attuazione di quanto promesso.