Lapilli nr.29 - Dicembre 2011

lunedì 11 ottobre 2010

OMERO NEL BALTICO

La notizia della scoperta di una "mini-pompei" in Norvegia, sembra confermare l'ipotesi dell'ingegnere Felice Vinci, autore del libro 'Omero nel Baltico'.
Secondo Vinci, il ritrovamento della 'mini-Pompei' norvegese, una cittadina sepolta da una tempesta di sabbia nel sud della Norvegia, confermerebbe la teoria esposta nel libro "Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell'Odissea e dell'Iliade", secondo cui Omero avrebbe ripreso le leggende di origine nord-europee ambientandole in Grecia, ma riferendo particolari che non si adattano alla geografia del Mar Egeo. Infatti, il popolo dei Feaci, i realtà, sarebbe vissuto nel sud della Norvegia e, secondo l'Odissea, il dio Poseidone minacciò "di coprire la loro città con una montagna", per punirla dell'aiuto fornito a Ulisse, mentre cercava di tornare ad Itaca. Perciò i Feaci avrebbero compiuto "un sacrificio di dodici tori" a Poseidone, per evitare tale minaccia. Un rito di cui hanno conservato il ricordo, tanto che nell'opera di Omero viene ripetuto quattro volte (Od. 13.152, 158, 177 e 183) nel giro di pochi versi.

Fonte: antikitera.net

Alessandro

Il Mediterraneo è il quarto mare al mondo per biodiversità

Il Mediterraneo è il quarto mare al mondo per ricchezza di biodiversità, secondo un censimento sulle creature marine eseguito dal Censum of Marine Life. Sono in tutto 230mila le specie marine censite nel mondo. La riceca s'è concentrata su 25 aree diverse, è durata 10 anni e impiegato 360 ricercatori di 80 nazioni. Secondo dati il Mediterraneo risulta al quarto posto per ricchezza della biodiversità, ma è anche il mare che è a rischio maggiore.
Le aree con le maggiori risorse biologiche, tra crostacei, pesci e alghe, sono il Giappone e l'Australia, con circa 33.000 specie, la Cina con 22.000 e il Mediterraneo con 17.000 specie della flora e fauna marine; segue il golfo del Messico - prima della marea nera - in cui vivevano 15.000 specie. Il 70 per cento delle risorse biologiche delle profondità ocenaiche, sarebbe ancora da scoprire. I crostacei costituiscono il 19 per cento di tutte le specie trovate, seguite da molluschi (17%), pesci (12%), alghe e protozoi entrambi al 10%. La categoria 'altri vertebrati' (mammiferi marini, tartarughe, uccelli marini) è pari al 2%. Il pesce più diffuso è il pesce-vipera che vive nel 25 per cento della zone studiate, mentre le altre specie più difuse sono le alghe e gli uccelli marini, che migrano per migliaia di chilometri. Il 7% delle specie che abitano il Mediterraneo sono esclusive del mare nostrum e non si trovano altrove, in ciò superato soltanto dall'Antartide con il 15 per cento di specie stanziali.
Come detto il Mediterrneo risulta il mare col maggior rischio di veder perdere tala "ricca biodiversità". Le cause sono note: l'uomo (l'area marina con il più alto numero di rotte commerciali) e i cambiamenti climatici. Alcune specie marine si sarebbero già ridotte del 90%.

Alessandro

martedì 5 ottobre 2010

SCOPERTA UNA MISTERIOSA CIVILTA' IN AMAZZONIA?

Il professore Augusto Oyuela-Caycedo, dell'Università della Florida, afferma che un'antica società avrebbe popolato l'Amazzonia. L'afferma sulla base della recente scoperta che la 'terra preta', un tipo di terra molto fertile, trovata in grandi quantità nel bacino amazzonico, che inizialmente si pensava fosse originata da paludi o depositi di cenere vulcanica, sarebbe in realtà il risultato di "un accumulo di terra con materia organica, carbone bruciato a basse temperature e cenere di fuochi". Inoltre, vi sarebbero notevoli concentrazioni di alberi da frutta nei siti archeologici e nelle aree circostanti, "alberi piantati da mani umane".
Betty J. Meggers, direttrice del Latin American Archaeology Program dello Smithsonian Institution, critica tale teoria: "il fatto di trovare tracce di occupazione nella foresta, dice, non implica necessariamente l'esistenza di una complessa civiltà composta da milioni di persone". E si domanda che fine fecero tutte quelle persone? E perchè gli unici abitanti della zona, oggi, sono piccole tribù nomadi?
Oyuela-Caycedo e altri studiosi, rispondono che questa società sarebbe scomparsa a causa delle malattie introdotte dagli europei.

Alessandro