Lapilli nr.29 - Dicembre 2011

lunedì 5 novembre 2007

Viaggio alla scoperta della “No sex philosophy”

Il 3% della popolazione mondiale si dichiara asessuale. Secondo la rivista scientifica britannica New Scientist, ci troviamo in piena “rivoluzione asessuale”.
“Sesso? Solo uno dei tanti modi di raggiungere l'orgasmo, e peraltro il peggiore”. Basta accedere al sito ufficiale della comunità asessuale per leggere dichiarazioni anonime di questo tipo, avvertite come scandalose in una società basata sul sesso come la nostra. Rappresentata, utilizzata, spettacolarizzata e inneggiata attraverso il sistema mediatico e gli apparati della cultura in tutte le sue forme ed espressioni, nei suoi aspetti peculiari e nei suoi eccessi, la sessualità è infatti il grande business dei nostri giorni. Si fa strada, tuttavia, dall’America, una controtendenza in crescita: il fenomeno dell’asessualità. Alcuni individui si dichiarano, infatti, non interessati al sesso, immuni dall’attrazione fisica, e rivendicano il diritto alla felicità attraverso la libera espressione della propria natura asessuale. La più estesa comunità di asex si trova oggi su Internet: l’agorà dei nostri giorni è un forum in cui, nascosti dietro “la maschera” del nickname, è più semplice recitare se stessi. Il suo fondatore è l’americano David Jay che nel 2001 ha richiamato questa tendenza di costume all’attenzione di psicologi, sociologi e scienziati e dell’intera popolazione mondiale dando vita al sito “Asexuality.org” col dichiarato intento di stimolare le ricerche scientifiche su questo fronte e dare visibilità al fenomeno sociale, sempre esistito e tuttavia caratteristico del nostro tempo. La rete per l’educazione e la visibilità degli asessuali (AVEN) ha inoltre fornito ascolto e sostegno, impegnandosi nella distribuzione di opuscoli informativi, nella conduzione di laboratori, contribuendo così all’esponenziale crescita degli asex dichiarati. David Jay ha proposto un sistema di classificazione dell’asessualità, realtà sfumata e sfuggente alle etichette, utile, tuttavia, secondo molti asessuali, per spiegare alla comunità dei sessuali e a se stessi la propria identità. Secondo questa distinzione gli asessuali possono appartenere a quattro categorie, non rigide ma del tutto orientative, che vanno da A a D: gli asex di tipo A proverebbero desiderio sessuale ma non attrazione romantica (un’attrazione fisica, tuttavia, non finalizzata unicamente al rapporto sessuale), gli asessuali di tipo B attrazione romantica ma non sessuale, quelli di tipo C proverebbero entrambe, e quelli di tipo D nessuna di esse. Comune a tutti è la scarsa importanza attribuita al sesso come finalità del rapporto con l’altro e della propria esistenza. Sociologi e scienziati hanno diversamente affrontato la questione ma con pari allarmismo: i primi generamente imputano il fenomeno al bombardamento sessuale mediatico a cui un individuo è normalmente sottoposto oggi; questo eccesso di stimoli genererebbe un fisiologico calo di desiderio, inteso come ipoattivo nel linguaggio medico.





La comunità scientifica contesta il concetto di asessualità come istinto: la sessualità, da cui è possibile scegliere di astenersi nella castità, resta un istinto primario e indispensabile per la sopravvivenza della specie. Afferma, a questo proposito, lo psicologo Leonard Derogatis, direttore del centro di salute sessuale alla Johns Hopkins University di Baltimora: “Il sesso è un istinto naturale, come il bisogno di mangiare e bere. Queste persone non sono del tutto normali”. Un’esigua fetta della comunità scientifica ha tuttavia proposto una spiegazione genetica dell’asessualità, in grado di smentire la lettura del fenomeno come un problema dell’individuo, relativo al proprio vissuto. E’ stato infatti osservato, attraverso una serie di esperimenti, su altri mammiferi del mondo animale, un disinteresse nei confronti dell’accoppiamento, verso partner di entrambi i sessi: il 12% dei roditori, e il 3% dei montoni, come gli asex, rifiutano i rapporti sessuali. Sembra dunque che nei prossimi decenni, i nuovi esponenti dell’amore platonico, legittimati dalle più recenti indagini scientifiche, nella loro identità asessuale, saranno destinati ad una affermazione sempre più estesa e radicale, del proprio diritto al riconoscimento sociale e alla felicità.

Irene Giuffrida


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto questo articolo sulla asessualità con grande curiosità e interesse;da tempo non mi capitava di leggere un pezzo cosi ricco di informazioni e notizie,ma soprattutto scritto in una forma cosi elegante.Complimenti a chil'ha scritto.Piera,una lettrice.

Angelo ha detto...

Sono Angelo un asessuale, con un gruppo di amici asex abbiamo messo su un sito per gli asessuali, in cui scambiare opinioni, chattare, ecc. Se ci sono degli asessuali interessati, possono iscriversi (è gratis).
http://asessuali.it
(asessuali,it)