Lapilli nr.29 - Dicembre 2011

giovedì 21 gennaio 2010

Nucleare. Quando? Come?


Qualche mattina fa, alcuni attivisti di Greenpeace, l’associazione ambientalista probabilmente più grossa e conosciuta al mondo, sono saliti sul colosseo quadrato dell’Eur, a Roma, per protestare contro l’ENEL e la sua politica sul nucleare. Questo perchè, nel frattempo, dirigenti della società energetica, nel palazzo di Confindustria, decantavano i pregi di poter far tornare l’Italia al suo “passato nucleare”. L’ENEL ha portato con se tariffe e potenziali commesse per chiarire il quadro, ma Greenpeace sostiene che il tutto è un castello di carta affermando che “Enel presenta il nucleare come un affare che per i due terzi è riservato alle imprese italiane” - spiega Andrea Lepore, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace – “ma, a parte le norme sugli appalti di queste dimensioni che prevedono delle gare internazionali, gli impianti EPR proposti da Enel sono un affare solo per il costruttore francese a corto di ordinazioni e non certo per l'economia italiana." La quota riservata alle imprese italiane, secondo Enel, sarebbe pari a 12 miliardi di euro, corrispondente alla parte non nucleare degli impianti. Invece, secondo i dati pubblicati dall'azienda elettrica francese EDF, alleata di Enel nel riportare il nucleare in Italia, rileva Greenpeace , "la quota degli investimenti per le parti non nucleari degli impianti EPR è pari ad un massimo del 40% del totale. La parte prevalente delle commesse andrebbe quindi alle imprese francesi e non a quelle italiane". Inoltre, fa notare Greenpeace che le uniche due esperienze europee di costruzione di due EPR, in Finlandia e Francia, hanno già dimostrato che problemi di sicurezza, ritardi nella consegna e costi lievitati in corso d’opera sono una prassi consolidata e non un caso isolato. Anche Ermete Realacci, esponente del PD, sostiene che i costi per la costruzione di una centrale nucleare in Italia ricadrebbero tutti sulla collettività. Propone, invece, di continuare la strada intrapresa precedentemente e incentrare le risorse sullo sviluppo di fonti rinnovabili, sugli impianti solari e promuovere l’innovazione tecnologica nei confronti dell’abbattimento delle emissioni dannose, le quali stanno cambiando, o hanno già cambiato, il nostro clima in modo permanente.

2 commenti:

El Barto ha detto...

proprio furbi questi francesi, eh? Ci guadagnano solo loro e noi ci pigliamo le scorie!
ma lo stesso grazie grande silvio, che te ne sei fregato di un referendum contro il nucleare e hai regalato a noi umili sudditi tanta energia fresca e pulita... chissà meriterebbe un premio, magari un'altra statuetta........... :)

faustidio ha detto...

una statuetta? ma no... regaliamogli invece una bella villa al centro del reattore... tanto tra le scorie non si nota la differenza...