Lapilli nr.29 - Dicembre 2011

martedì 23 febbraio 2010

Una nuova 'macchina del tempo' per gli archeologi

Il metodo di datazione al radiocarbonio, da molto tempo usato per determinare l’età dei reperti archeologici basati sul carbonio, è usato anche nella geologia. Dopo trent’anni di studi i ricercatori della Queen’s University di Belfast, nell’Irlanda del Nord, hanno realizzato una macchina per datazioni al radiocarbonio in grado di risalire fino a 50000 anni indietro.
Il principio scientifico sul cui si basa la datazione al radiocarbonio, sta nel fatto che piante e animali assorbono Carbonio 14 (14C), una varietà radioattiva del carbonio e dall’anidride carbonica durante la loro vita. La quantità di questo carbonio radioattivo, contenuta nei resti archeologici, diminuisce nel tempo secondo una precisa legge della biofisica. Perciò, dalla quantità di 14C ancora presente in un materiale, si può capire a che epoca risalga.
Uno dei maggiori problemi riguradante questo metodo di datazione, è che esso si basa sull’ipotesi che la concentrazione di 14C nell’atmosfera terrestre, sia sempre stata uguale nel tempo, ma in effetti, essa varia col variare di altri parametri, come l’intensità del campo magnetico terrestre o l’attività solare. Di conseguenza, per delle datazioni precise, è necessario correggere i risultati con delle “curve di calibrazione”, dei valori matematici che tengono conto delle variazioni possibili. Alla Queen’s University hanno saputo estendere (senza più errori) le curve di calibrazione per le datazioni risalenti a 50mila anni fa; il quale non è possibile arrivare, oggi, con questa tecnica.
Come ha sottolineato Ron Reimer della Queen’s School of Geography, Archaeology and Palaeoecology: “Questo risultato è significativo perché si estende su tutto l’arco temporale sul quale è possibile effettuarel a datazione al carbonio, cioè 50mila anni da ora. Inoltre, dal confronto tra i valori forniti da questa curva e quelli ottenuti analizzando campioni di ghiaccio antico o altri dati disponibili sul paleoclima, si potranno ricavare informazioni anche sui cambiamenti nell’attività solare e nella circolazione delle acque oceaniche nelle epoche passate”.
Alessandro

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